L’acqua piovana può essere un’alleata preziosa in tante operazioni casalingue. Ciò rientra ovviamente nell’ampio novero delle possibilità di risparmio che spesso ignoriamo. Tutto ciò che occorre è la voglia di iniziare a cambiare le cose nella propria quotidianità, impegnandosi quel tanto che basta per modificare delle abitudini malsane radicate nel tempo. Una di queste è lasciar scorrere la pioggia senza tentare di sfruttarla al meglio. Sia chiaro che l’acqua piovana non è più quella di un secolo fa. Dato per scontato questo, vediamo come depurarla per determinati utilizzi.
Come purificare l’acqua piovana
Posizionare con attenzione svariati recipienti consente di raccogliere considerevoli quantitativi d’acqua piovana dopo ogni pioggia. Il primo passo è quello di accertarsi che i secchi, o altro, siano puliti. A ciò si aggiunge la necessità che siano integri e quindi in grado di non disperdere il liquido.
Una volta raccolta, si può procedere al filtraggio ma è anche possibile automatizzare il tutto, installando sistemi facilmente reperibili in commerico per la raccolta dell’acqua piovana attraverso numerose grondaie presenti sul tetto. Il liquido finisce quindi in serbatoio specifici dopo il filtraggio. Affidarsi a dei professionisti consente di strutturare il tutto al meglio, ottenendo acqua pronta e pulita dopo ogni pioggia. Gli esperti sapranno poi consigliare la migliore alternativa, dall’installazione interrata a quella fuori terra, a seconda della struttura e della piovosità del luogo.
In commercio sono disponibili differenti tipologie, che possono andare dai 150 ai 20mila litri. Opzioni per tutte le necessità e disponibilità, dunque. Occorre ricordare, però, che l’installazione da sola non basta. Un’operazione di depurazione dell’acqua piovana richiede infatti un’attenta manutenzione. I filtri vanno ripuliti in maniera frequente e regolare. In questo modo si potranno evitare contaminazioni e formazioni di depositi di sedimenti. Questi potrebbero anche danneggiare seriamente l’impianto col trascorrere dei mesi.
Attraverso un sistema elettrico si potrà poi prelevare l’acqua nel serbatoio, con possibilità di controllo del livello tramite una centralina. In caso di esaurimento scorte, quindi, il sistema si allaccerà automaticamente alla rete idrica classica. La spesa si aggira intorno agli 800 euro ma si tratta di un investimento per il futuro e, col tempo, si ripagherà da solo.
Come riutilizzare l’acqua del condizionatore
Acqua piovana potabile
E se invece di un impianto volessimo provare un sistema fai da te? Ecco come purificare l’acqua piovana e renderla potabile. Importante utilizzare sostanze come iodio o cloro, facendo attenzione alle giuste percentuali.
Nel caso in cui ciò non fosse disponibile, si potrà semplicemente portare a livello di ebolizzione l’acqua, mantenendola in questo stato per 10 minuti circa. Tutti i germi verranno quindi eliminati. Ovviamente questo processo segue un iniziale filtraggio di residui grossolani. Terminato ciò, l’acqua dovrà essere nuovamente filtrata a più strati (attraverso sabbia, vestiti, carbone, rocce, ecc.). Importante lasciar riposare il tutto per 12 ore, circa, al sicuro da agenti contaminanti di ogni genere.
In nessun caso si dovrà bere l’acqua piovana prima di completare tutto questo processo. I rischi nell’ingerire acqua non potabile sono molto seri: prolungata diarrea con perdite di sangue, debolezza, febbre e, nei casi peggiori, colera, tifo e non solo.