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Per quanto sorprendente, il caldo incredibile potrebbe comportare un netto risparmio per le famiglie italiane. Il discorso non è così lineare, come presentato, ovviamente, ma l’opportunità di evitare di sperperare i propri soldi è concreta. Continuate a leggere per capire cosa accadrà di qui a poco.

Torna lo smart working

L’emergenza caldo africano è concreta e tremenda. L’Italia ad oggi è spaccata in due, con il Nord alle prese con temporali, bufere e grandine, mentre il Sud fronteggia temperature costanti tra i 32 e i 38 gradi, con picchi che hanno anche superato i 42°C, fino ad arrivare a quota 48°C in alcune aree, come nel catanese.

Se è vero che il governo prevede la Cassa integrazione, per chi ne ha diritto, con temperature al di sopra dei 35°C, qualora si lavori in determinati ambiti, con attività chiaramente limitate dal gran caldo, ciò non basta.

Si sta pensando di far tornare di moda lo smart working, che per molti dovrebbe essere sempre garantito, laddove possibile. Soluzione durante il Covid-19, che ora la politica torna a considerare, così da evitare che tanti cittadini escano di casa, mettendosi a rischio, anche se non strettamente necessario.

A proporre la misura straordinaria è Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Marian Calderone, ha spiegato d’aver aperto un tavolo di confronto. È intenzionata a potenziale gli strumenti già esistenti, dice, ma non c’è ancora un vero e proprio protocollo d’intesa.

Occhi puntati sulla convocazione di martedì 25 luglio, che potrebbe cambiare le carte in tavola. Serve però un intervento rapido e decisivo, che potrebbe far bene alla salute e al portafogli, come già spiegato in passato.

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I benefici dello smart working

Poter approfittare dello smart working ha numerosi vantaggi dal punto di vista mentale ed economico. Proviamo però a restare pragmatici, parlando di denaro, dal momento che ognuno vive certe condizioni in maniera molto personale.

Ciò vuol dire che per alcuni lavorare da casa è una manna dal cielo. Per altri, invece, è evidente il peso gravoso dell’isolamento tra le mura domestiche. Detto ciò, generalmente in Italia occorre percorrere svariati chilometri per raggiungere il proprio posto di lavoro, soprattutto se questo è in una grande azienda.

Prendiamo in considerazione Amazon, che necessita di spazio ed è dunque al di fuori dei centri cittadini. Due le soluzioni per andare a lavoro, sfruttare un mezzo proprio o il trasporto pubblico. La seconda è opzione è la più economica ma in molte città è impraticabile. Dall’assenza di mezzi, al numero limitato di corse, fino alle continue problematiche del sistema.

I mezzi propri richiedono carburante, a meno che la distanza non sia percorribile in bici o monopattino, con sede all’interno del centro cittadino. In pratica per poter lavorare occorre pagare, in benzina, GPL, diesel o altro. Un peso gravoso, considerando l’impatto dell’inflazione sul costo per litro.

Altra spesa è poi rappresentata dal cibo. Se è vero che è possibile prepararlo a casa e risparmiare, occorre essere in grado in alcuni casi di gestire ciò, insieme con la colazione a casa dei propri figli, il loro pranzo da far portare loro a casa, l’accompagnarli a scuola (a meno che non vi sia un pulmino con relativa spesa, ndr) e il tempo minimo di percorrenza tra casa/scuola e ufficio.

Molto più facile mangiare fuori in pausa pranzo, dunque, ed ecco un altro costo fisso mensile che divora un po’ del proprio stipendio. Se a questo aggiungiamo i benefici mentali dati da un’organizzaizone più ibrida e aderente alle proprie esigenze, è facile capire come lo smart working, laddove possibile, debba essere una soluzione standard, non sporadica.

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