Skip to main content

Sono svariate le novità sul fronte pensioni per il prossimo anno. Proviamo ad analizzare tutte, così da avere un quadro ben chiaro della situazione. Si parte dai requisiti per riuscire a smettere di lavorare agli aumenti previsti già da tempo e confermati per le pensioni minime. Ecco cosa accadrà tra qualche mese.

Trasformazione pensioni dal 2024

Il governo Meloni sta rivalutando il sistema pensionistico, preparando numerose novità in vista del 2024. Si attende una situazione fiscale più rosea, con conti maggiormente in regola che consentano una vera e propria riforma, dalla base. Per il momento, però, le novità in arrivo potrebbero già iniziare a fare la differenza.

Stando a quanto riportato da Il Messaggero, Meloni avrebbe a disposizione circa 2 miliardi di euro da investire per le pensioni. Non c’è modo di puntare su una somma maggiore, dunque intervenire in maniera più incisiva, perché occorre dare la precedenza ad altro, come la conferma del taglio del cuneo fiscale, tra le principali promesse durante la campagna elettorale di Lega e Fratelli d’Italia.

Tra le cose che non verranno attuate al momento c’è soprattutto la chance di anticipare la pensione con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età raggiunta. Una deroga alla legge Fornero. Ciò si traduce nella conferma della Quota 103 anche per il prossimo anno. Si potrà dunque lasciare il proprio lavoro dopo aver raggiunto i 62 anni d’età e accumulato 41 anni di contributi.

Festeggia con Google e risparmia: i prodotti scontati

I cambiamenti dal prossimo anno

È prevista una modifica a Opzione donna per il sistema pensionistico, a partire dal 2024. Si mira ad allargarla a tutte le lavoratrici con 35 anni di contributi e un’età minima che potrebbe essere alzata.

C’è il rischio che salti, per mancanza di fondi, la limitazione della misura alle donne licenziate, con disabilità o carichi di cura. Inutile girarci intorno, però, l’argomento chiave da trattare è quello del costante aumento del costo della vita.

Se è vero che le pensioni minime in Italia sono davvero basse, è innegabile come oggi sia molto più difficile tirare avanti, mese dopo mese, dal momento che i soldi in proprio possesso valgono decisamente meno, a confronto del valore dei beni di prima necessità come il cibo.

Così come già avvenuto lo scorso anno, si dovrebbe bloccare il livello economico pensionistico di chi già percepisce più di quattro volte la quota minima. Fatto ciò, si potrà usare la rivalutazione per il recupero dell’inflazione al fine di devolvere il tutto a chi percepisce una pensione fino a un massimo di 2.254.93 euro lordi.

Altro punto cardine è rappresentato dall’aumento delle pensioni minime, che il governo vorrebbe portare dai 600 attuali ai 1000 euro. Una promessa elettorale mantenuta, se così sarà, davvero cruciale. Da capire, però, se davvero ci siano i fondi per sostenere il tutto, soprattutto sul lungo periodo. Il progetto è ambizioso e potrebbe essere rinviato agli anni prossimi, nella sua interezza. Dal 2024 ci sarebbero fondi unicamente per un aumento minimo, in grado di portare tale quota infima ad almeno 650-700 euro mensili netti.

Leave a Reply