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Vivere in un appartamento in città ma circondarsi di verde nei propri spazi casalinghi è una pratica molto comune. A meno che non si progetti una strage, però, è il caso di programmare con cura i momenti in cui annaffiare le piante.

Ne esistono di varie tipologie, alcune più bisognose di altre. Di seguito vi spieghiamo come riuscire a contenere gli sprechi durante questa fase. Si tende a considerarla poco incisiva sulla propria bolletta dell’acqua, ma in realtà anche quest’abitudine ha il proprio peso rilevante, se sommato l’impatto mensile nel corso dell’anno.

Annaffiare le piante senza sprechi

La prima regola da seguire è riutilizzare l’acqua utilizzata in casa. Pensiamo ad esempio ai litri che utilizziamo per lavare frutta e verdura, così come quelli per far bollire la pasta (non si deve innaffiare con acqua salata, ndr). Raccoglierla e non sprecarla vuol dire avviare un ciclo green all’interno della propria casa.

Il secondo metodo utile prevede invece la raccolta dell’acqua piovana. Siamo felici nel sapere che il maltempo stia rinvigorendo le proprie piante in balcone, allora perché non sfruttare gli eventi climatici a proprio vantaggio?

Da ricordare, inoltre, come anche l’orario in cui si decide di innaffiare le piante ha un peso sul consumo d’acqua. In estate, ad esempio, sarebbe il caso di dedicarsi a questa pratica di primo mattino o alla sera. Occorre evitare, infatti, che il terriccio sia eccessivamente caldo. In questo caso, infatti, l’acqua evapora facilmente, lasciando poco nutrimento per le proprie piante. Il risultato? Si tornerà ad innaffiare nel giro di poco.

Possiamo inoltre proteggere le nostre piante con della pacciamatura. In questo modo si andrà a rallentare l’evaporazione dell’acqua, mantenendo il terreno umido per quanto possibile. Laddove possibile, avendo ad esempio un giardino, sarebbe da preferire un sistema di irrigazione automatico. Può sembrare di sprecare grandi quantitativi ma in realtà i litri risultano in questo modo controllati e regolari, a differenza dell’innaffiatura a goccia, decisamente arbitraria.

L’ultimo consiglio pratico, infine, riguarda la fase della semina. Occorre prestare attenzione ancor prima d’avere una pianta in casa. Sarebbe infatti il caso di scegliere tipologie in linea con le condizioni climatiche della prorpia area. Tutti vorremmo esemplari in linea con i propri gusti ma, a volte, occorre approfondire ulteriormente la ricerca, fino a trovare una pianta che possa ben sopravvivere e, al tempo stesso, risultare gradevole agli occhi del suo proprietario.

Come risparmiare e riusare l’acqua

Annaffiare le piante nel modo giusto

Come detto, l’orario in cui si decide di innaffiare le piante è molto importante. Al mattino presto e alla sera la temperatura si abbassa, l’acqua evapora più lentamente e le piante possono gestire al meglio il proprio nutrimento. Ricoprirle d’acqua nelle ore calde potrebbe provocare uno choc termico alle radici, con perdita repentina di umidità e rischio di seccarsi in evidente aumento.

Da tenere in considerazione anche il vaso scelto per le proprie piante. Uno piccolo provoca un’evaporazione più rapida, il che richiederà un’innaffiatura frequente. Nei vari grandi, invece, l’acqua va data a distanza di giorni (quanti dipende dalle specie, ndr). Si consiglia di innaggiare il sottovaso, proteggendo il substrato, ricordandosi però di rimuovere i residui d’acqua eventuali dopo 15 minuti circa. In questo modo si evitano marciumi e aree attrattive per le zanzare. Si ricorda, infine, che si debbono innaffiare i terricci e non foglie e fiori. Preferibile, quindi, un innaffiatoio dal collo lungo.

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