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Siamo tutti alla ricerca del metodo giusto per risparmiare in bolletta e molto dipende dalle proprie abitudini quotidiane. Ciò vuol dire che ogni abitazione fa un po’ storia a sé, ma è possibile fornire dei consigli pratici da attuare a prescindere da tutto.

Uno di questi riguarda la necessaria sostituzione dei vecchi elettrodomestici. Sia chiaro che non intendiamo spingere vero un mero consumismo, esaltando la pratica della mancata riparazione sempre e della rapida sostituzione. È però importante capire che gli elettrodomestici non vanno sfruttati fino a quando non vi è più un briciolo di “vita” in loro.

Continuare a sfruttarli quando è chiaro che sono claudicanti, per così dire, è un danno per le proprie finanze. Si consumerà infatti molto più del dovuto. A conti fatti, quindi, una spesa immediata conviene rispetto a un lento dissipamento.

Perché cambiare gli elettrodomestici

Questo è un buon periodo per cambiare gli elettrodomestici di casa, come ad esempio lavatrice e lavastoviglie, approfittando magari di uno dei tanti bonus a disposizione. L’obiettivo dev’essere quello di puntare su modelli maggiormente efficienti, che sappiano dosare al meglio l’energia utilizzata, così come l’acqua sfruttata.

Pensiamo ad esempio al frigorifero e al freezer che, se non funzionanti al meglio, possono diventare un buco nero per i propri soldi. Come detto, quindi, meglio preferire un nuovo acquisto che un lento aumento delle spese mensili.

Con gli aumenti in bolletta che proseguono, questo non è affatto il momento ideale per continuare a sfruttare elettrodomestici vecchi e poco performanti. Non sono d’aiuto per l’ambiente e per il proprio portafogli. La convenienza è palese, optando per prodotti di nuova generazione, sia grandi che piccoli. Pensiamo ad esempio alle lampade a LED, di ogni tipologia, che consumano 5 volte in meno rispetto a una lampadina tradizionale.

Le lavastoviglie e lavatrici di nuova generazione, invece, consentono anche lavaggi a mezzo carico, optando poi per il programma ECO, studiato per abbassare i consumi. Diminuire i consumi è quindi ampiamente possibile, basta volerlo.

Imparare a mettere soldi da parte per un grande obiettivo

Riparare o cambiare

Al di là di casi specifici, generalmente parlando la “vita” di un elettrodomestico va dai 10 ai 15 anni. Non si tratta di persone o animali domestici. Per quanto siano stati lì per tanto tempo, non ha senso affezionarsi e pretendere che restino saldi e funzionanti per 30 anni.

Superata questa soglia, sarebbe il caso di sostituirli, in caso di guasto o meno. Occorre entrare nella mentalità di cambiare questi prodotti dopo un certo lasso di tempo, prendendo una decisione e non attendendo che i loro circuiti la prendano per noi.

Parlando di numeri, un elettrodomestico con meno di quattro anni dovrebbe essere riparato unicamente se il costo richiesto non superi il 40% della spesa di un modello nuovo. Un prodotto di meno di sette anni, invece, è da riparare solo entro il 30%. Si scende invece drasticamente verso il 10% in caso di modello con meno di dieci anni.

Non ha infatti alcun senso spendere il 60% del prezzo di un modello nuovo per una riparazione, considerando come non si abbiano garanzie sugli anni rimasti nei circuiti, anche dopo aver sistemato il tutto.

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