Il mondo delle assicurazioni è spesso al centro di numerose polemiche, considerando la quasi totale assistenza al pubblico da parte del Governo. Determinate regioni sono di fatto vittime del sistema, come ad esempio la Campania.
Si parla spesso delle truffe messe in atto da molti cittadini, che rovinano la tariffazione per tutti gli altri. Il risultato sono cifre elevatissime, anche per la prima classe, pur senza far registrare incidenti per anni. Una condizione totalmente fuori controllo, che spinge moltissimi a cercare soluzioni alternative. C’è chi pensa ad assicurazioni estere, valide anche in Italia, e chi si lascia tentare dall’ipotesi delle polizze a consumo. Proviamo a spiegare meglio di cosa si tratta il pagamento per km percorsi.
Polizza a consumo: cos’è
Generalmente l’assicurazione auto prevede un costo, semestrale o annuale, legato a quelle che sono le tariffazioni regionali o cittadine. Abitare a Napoli e a Trento non è la stessa cosa. Il tasso di incidenti annuo ha un peso enorme e le assicurazioni, con la scusa di doversi tutelare, hanno sviluppato un gioco corrotto, che vede i cittadini costretti a pagare cifre fuori mercato.
Pagare una polizza a consumo vuol dire quindi provvedere al saldo di una quota basata sull’uso che si fa del proprio veicolo e, in comparazione, il rischio di incidenti. Più si sfrutta un mezzo, maggiori sono le chance di collisione. Meno lo si usa, più probabile è che il bene resti illeso.
Il risparmio è evidente, secondo le stime di Facile.it. Se si rientra nel novero dei 5mila km annui almeno. Di seguito spieghiamo nel dettaglio in che modo si può risparmiare e quanto.
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Quanto conviene
L’assicurazione per km percorsi non è qualcosa che conviene a chi sfrutta tanto la propria auto, magari per recarsi al lavoro ogni giorno, percorrendo molta strada. Differente il discorso per chi va a fare la spesa in auto e si sposta per pochi km alla settimana, restando magari nell’ambito della propria cittadina.
In termini generali, chi supera quota 10mila km all’anno farebbe meglio a optare per una differente soluzione. Come funziona il sistema? Verrà installato un sistema di controllo sul proprio veicolo, ovvero una sorta di scatola nera. Alcune informazioni verranno registrate e inviate a una banca dati, così da evitare controversie.
Non verrà pagato l’esatto chilometraggio ma si rientrerà in determinate fasce di percorrezza giàs tabilite. L’assicurato dovrà scegliere quella più vicina alle proprie esigenze, pagando una quota forfettaria e facendo attenzione a non sforare il massimale consentito di km.
Dovesse ciò succedere, sarà applicato un costo aggiuntivo all’assicurazione, al fine di coprire le distanze percorse in eccesso. Importante realizzare una stima annuale dei propri km, così da essere certi che questa soluzione faccia al caso proprio. Si potrebbe decidere di segnare le distanze percorse generalmente ogni giorno, quelle fisse insomma, così da moltiplicare il tutto su base annuale. A ciò occorre aggiungere, ovviamente, un consumo cuscinetto. Si deve tener conto, dunque, degli extra possibili, che vanno al di fuori della norma, per non ritrovarsi con un conteggio fin troppo scarno e rischiare di pagare un extra non previsto. Restando sotto la quota dei 5mila km all’anno, il prezzo finale andrà dal 25 al 50% in meno rispetto alle RCA tradizionali. Sconto che cala fino al 10-25% in caso di percorrenza di 5-10mila km all’anno.